Ognuno di noi percepisce il colore e, in buona misura, anche il significato del colore in maniera diversa.
Ogni colore ha molti significati, e può darsi che non tutti ci convincano. È normale, e va bene così. Come ho detto prima è un discorso di percezione.
Anche la nostra storia personale, cultura e ambiente in cui siamo nati o viviamo influenzano la nostra percezione (oltre alla nostra personalità e carattere).
Pensiamo per esempio al bianco: una delle prime cose che ci viene in mente è che è il colore della purezza e dell’abito da sposa … In India è il colore del lutto, lo si indossa per i funerali.
Le nostre percezioni visive si mettono in relazione con le nostre esperienze passate e quindi stimolano il ricordo.
Pertanto ogni colore ha un significato nascosto ed esercita i suoi effetti a livello inconscio, fino a suscitare in chi li percepisce un’idea secondo cui indossandolo, si piace di più a sé stessi ed agli altri e si esprime la propria personalità.
Come funziona la visione dei colori?
Vediamo un mondo colorato, attorno a noi: foglie e prati verdi , rocce grigie, mari verdi-azzurri, tramonti arancio-rosati, tessuti, fiori e frutti di vari colori, ecc..
Ogni giorno dai colori riceviamo migliaia di stimoli; una galassia di tonalità incredibili che spesso ci lascia senza fiato.
I nostri occhi possono percepire oltre 200 diverse sfumature di colore, possono distinguere con precisione sfumature anche lievi fra un tono e un altro dello stesso colore, e possono riconoscere più di 20 livelli di saturazione e 500 livelli di luminosità.
Se vuoi approfondire le proprietà dei colori leggi qui
Un pò di fisica non fa male
Quando parliamo di colori e di luce non possiamo non pensare al celebre esperimento della rifrazione della luce, effettuato con il prisma da Isaac Newton (1642-1727).
Egli descrive il colore come «prodotto» della luce, e la luce come «causa» del colore, più o meno in questi termini:
“Se un fascio di luce solare attraversa un prisma di vetro o di cristallo, la luce viene separata (rifratta) in vari colori.”
Pensate alla copertina dell’album «The dark side of the moon» dei Pink Floyd, e vi farete un’idea. ⬇️

I fisici hanno dimostrato che i colori sono onde elettromagnetiche e la loro visione richiede luce.
Queste onde hanno varia lunghezza e sono prodotte da particelle dette fotoni, che sono riflesse dagli oggetti che vediamo.
lo spettro visibile è solo una piccola parte dell’intero, infatti noi non vediamo, per esempio, i raggi ultra violetti.
Quando i fotoni di luce di un’immagine vengono emessi raggiungono il cristallino dell’occhio e si concentrano sulla retina. Quest’ultima contiene quattro classi di fotorecettori: tre classi di coni ed una classe di bastoncelli.
Noi possiamo vedere i colori grazie ai coni.
Mi spiego meglio. I nostri occhi possiedono due diversi tipi di cellule sensoriali: i coni e i bastoncelli, che sono due cellule fotoelettriche presenti nella retina.

I bastoncelli ci permettono di percepire i cambiamenti di luminosità fino a una certa intensità di luce e sono essenziali per la visione con scarsa luminosità e notturna.
I coni invece sono addetti alla percezione dei colori, e sono presenti nell’occhio in tre diverse tipologie; sono ricettori che reagiscono, ognuno, a 3 diverse lunghezze d’onda, il base al colore verso cui sono più sensibili:
– quelle più brevi al blu
– quelle medie al verde
– quelle lunghe al rosso
Perché tutto ciò influenza la visione dei colori?
Se, per esempio, una superficie riflette solo onde corte, questa apparirà blu al nostro cervello, se vengono riflesse solo onde lunghe, allora la vedremo rossa mentre se riflette solo raggi di media lunghezza la vedremo verde.
I colori come il giallo, il viola, l’arancione, ecc. vengono percepiti quando una superficie riflette onde di lunghezze diverse. Se questi tipi di coni percepiscono tutte le lunghezze d’onda simultaneamente, il cervello vedrà la superficie di colore bianco.
Gli oggetti comunque non riflettono solo i colori, ma li assorbono e quindi i colori che percepiamo dipendono dalla proporzione e dalla forza della luce assorbita dai tre colori blu, verde e rosso.
La luce del sole normalmente è bianca in quanto contiene tutti i colori in egual misura.
Se utilizzassimo un prisma per rifrangere un raggio di luce, potremo vedere tutto lo spettro dei colori che la compone.
I Punti di Vista sono diversi
Ci sono state e ci sono molte discussioni riguardo al colore da Newton in poi, fra chi cerca di studiare il colore come fenomeno fisico e chi invece lo interpreta come legato alla soggettività e all’emotività individuale, da Goethe in poi.
Va considerato inoltre che tutti gli esseri umani avvertono i colori come dotati di specifiche caratteristiche emozionali e la nostra successiva reazione a queste può anche variare con il nostro umore con la conseguenza che la percezione può cambiare significativamente da una persona ad un’altra; queste tematiche sono ancora in fase di studio soprattutto nell’ambito della psicologia cognitiva.
Abbiamo visto che è luminosità la responsabile della nostra visione del colore, che muta al mutare delle ore ore del giorno, come ha ben dimostrato Monet nelle sue opere.

Un pò di Neuroscienze …
Il nostro cervello associa un colore ad oggetto e in base a come è abituato a vederlo se lo ricorda, a causa di un meccanismo biologico correlato. Il colore è qualcosa elaborato dal cervello e quindi appartiene al mondo interno, non esterno.
Il nostro cervello fa così: attraverso i nostri occhi prende un’informazione dal mondo esterno, che viene poi completata dal soggetto vedente.
È l’incompletezza di arrivo dell’informazione che produce diverse interpretazioni che possono cambiare da una persona ad un’altra, e non solo, anche in base all’umore della stessa persona.
Lo stimolo visivo percepito viene elaborato subito dall’amigdala ( che è posizionata in profondità del lobo temporale dell’encefalo), che coordina gli stati emotivi, i quali, a loro volta, producono una risposta inconscia. Questo perché le aree cerebrali preposte ai nostri 5 sensi sono collegati all’amigdala, che codifica e coordina la risposta dei circuiti neuronali agli stimoli emotivi integrandoli con le esperienze passate, con la storia personale di ognuno.

È in questa maniera che il significato emotivo individuale generato da una certa visione influenza le nostre emozioni e di conseguenza altri aspetti della coscienza; cioè la percezione, il pensiero e il processo decisionale.
I colori nell’arte
E’ vero anche che ci si può approcciare al colore e alla sua percezione da un altro punto di vista: quello dell’arte.
Qui la percezione sgorga dall’anima.
L’arte è il regno in cui i colori sono sovrani.
Quando gironzoliamo in un museo o in una mostra d’arte, e ancor più dipingendo o facendo arteterapia l’esperienza del colore è vissuta in prima persona. Osservandone le innumerevoli sfumature, le suggestive tonalità, le impressioni mutevoli e cangianti il colore ci entra dentro, ci possiede, ci parla.
Nei miei corsi di pittura il colore diventa un’esperienza percettiva che nutre l’anima.

Il fenomeno dei colori ha da sempre affascinato l’uomo e fin dalla preistoria ne è stato fatto uso per comunicare e trasmettere le varie tonalità cromatiche.
All’inizio vennero sfruttati gli elementi presenti in natura: terre (per esempio ocra rossa e la terra di Siena bruciata), pietre dure (per esempio il preziosissimo blu di lapislazzuli), piccoli animali (per esempio la coccinella per il carminio).
In seguito molti colori furono sintetizzati in laboratorio.
Per esempio, come ci riporta Ball, il blu di Prussia, uno dei più antichi colori sintetici, elaborato intorno al 1706 dal chimico prussiano Johann Jacob Diesbbach.
Fu ottenuto attraverso l’ossidazione di sali di ferrocianite e che fu inizialmente utilizzato per tingere le stoffe e successivamente usato in pittura. Nel giro di pochi anni questo colore si diffuse prima in Europa e poi a livello internazionale anche perché poco costoso e poco tossico.
Alcuni pittori idearono nuove tonalità di colore, ed oggi si mantiene il nome in loro onore, come nel caso del rosso Tiziano e del Verde Veronese.
Nel campo della moda il Rosso Valentino ha seguito la stessa sorte. Ideato dall’omonimo stilista, è una miscela di rosso cadmio, porpora e carminio; e questa particolare sfumatura di rosso gli ha dato una fama internazionale.
Una leggenda narra che l’ispirazione che ha portato lo stilista a questa predilezione risalga a quando in giovane età sia stato abbagliato dal rosso mentre era al teatro dell’opera di Barcellona ed il ricordo di quei personaggi sul palcoscenico vestiti di color vermiglio gli fece capire i valori intrinsechi di quel colore tanto intenso che lo ha condotto poi ad elaborarne una variante che ora lo identifica. Si può dire che il Rosso Valentino, così come probabilmente i colori che hanno nomi di artisti perché da loro “inventati”, siano frutto di una percezione, di una forte emozione collegata a chissà quali ricordi e associazioni mentali inconsce.
L’intento degli artisti di tutte le epoche, seppur in maniera diversificata, è “suscitare emozioni” e per raggiungere questo obiettivo hanno utilizzato anche l’impatto che il colore ha sullo spettatore.
Questo è ciò che adesso fa sopratutto la pubblicità e il branding.
Se vuoi approfondire leggi anche
. Colori ed Emozioni
. La Psicologia del colore
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