La storia dell’Asino di Buridano è conosciuta anche come “Il paradosso dell’asino“
Gli esseri umani si servono da secoli degli animali per illustrare i comportamenti umani che si celano dietro “le caricature” dei nostri amici pelosi, pennuti o pinnati. Nelle favole è una strategia comune e chi mi conosce sa che il mio lavoro si ispira molto a favole, leggende, miti, ecc. quindi questa metafora è davvero interessante a mio avviso.
Adesso bando alle ciance e andiamo a scoprire in questa storia il nostro asinello a quale comportamento umano è stato associato.
Prima di tutto è doveroso però almeno sapere che cosa, o meglio, chi era “Buridano”.
Jean Buridan (italianizzato Giovanni Buridano), era un filosofo aristotelico francese (1300-1358) al quale venne attribuito (senza troppe conferme in merito, in realtà), questo apologo:
«Un asino affamato è esattamente al centro di due mucchi uguali di fieno. Egualmente tentato dall’uno e dall’altro si volta a destra e sinistra e non riesce a decidersi quale andare a mangiare. La sua indecisione nell’andare verso l’uno o l’altro lo fa “restare al palo” (dove si trova, fermo) e morire di fame”
Un’altra versione narra di un asino affamato e assetato che si trova esattamente in mezzo tra un mucchio di fieno e un secchio d’acqua. La sua indecisione se prima bere o mangiare lo farà morire sia di fame che di sete.
L’indecisione, spinta all’estremo congela, paralizza … ma di questo vi parlerò un’altra volta.
L’obiettivo dell’apologo era attaccare la ragione come fonte unica e massima della conoscenza.
L’asino, in pratica, muore di fame per via delle sue razionalizzazioni in merito alla scelta da fare, al suo soppesare i pro e i contro, e via via.
(apro e chiudo parentesi – io sono d’accordo sul fatto che la razionalità non è l’unico modo per arrivare a conoscere)
Ma torniamo alla nostra storia …
“Fare come l’asino di Buridano” è divenuto un modo di dire per indicare una persona che, di fronte a due alternative egualmente attraenti o valide, non si decide a scegliere una delle due.

In genere sono le persone molto razionali che rischiano di restare ingabbiate in paradossi simili a questo. Brave ad analizzare sono completamente paralizzate quando c’è da prendere una decisione. Spesso sono gli altri che prendono decisioni per loro; in pratica lasciano il timone della loro nave a qualcun altro.
Ecco alcuni esempi classici:
⇒ un ragazzo a cui piacciono egualmente due belle ragazze e non si decide a quale delle due fare la corte … e poi scopre che il suo tergiversare ha fatto sì che entrambe perdano interesse nei suoi confronti ( e lui resta “al palo”)
⇒ una donna che, invitata fuori da 2 care amiche, non riesce a scegliere con chi uscire/cosa fare … e resta a casa da sola
⇒ Una persona sposata che vuole divorziare ed essere libera da un lato e dall’altro non vuole rinunciare alla sua famiglia … e resta in una situazione insoddisfacente che le/gli fa morire l’anima.
⇒ Uno studente che non riesce a decidere a quale facoltà iscriversi … e perde un anno o più di studi …
L’asino concretizza le leggi dell’equilibrio, in un certo senso: ha le stesse informazioni e non c’è uno sbilanciamento d’attrattiva (entrambe le balle di fieno le vede ugualmente allettanti). In tal caso però restare in equilibrio è deleterio e svantaggioso per lui … perché il timore di fare una scelta lo fa morire di fame.

A quanti di noi succede?
Tanti, io credo.
Nel corso della nostra vita siamo chiamati a fare un numero pressoché infinito di scelte.
Facciamo scelte inconsapevoli e scelte consapevoli.
♦ Facciamo scelte inconsapevoli quando la nostra mente sa cosa vuole o ha già fatto una scelta ragionata o intuitiva in passato, lo ha registrato e adesso si muove in autonomia e “sembra” che abbiamo smesso smesso di scegliere consapevolmente. Potremmo decidere in ogni momento di fare una scelta diversa, comunque.
Per esempio: da bambini abbiamo deciso di lavarci i denti con la mano destra. Da adulti consapevolmente non scegliamo con quale mano lavarci i denti al mattino, lo facciamo e basta. Potremmo però scegliere d’iniziare a lavarci i denti con la mano sinistra e per un pò di tempo saremo consapevoli che stiamo scegliendo, ogni mattina, di lavarci i denti con la mano sinistra. Poi, se continueremo a farlo, dopo alcune settimane o mesi diventerà automatico.
♦ Facciamo scelte consapevoli quando decidiamo cosa mangiare a ristorante, per esempio, oppure quando scegliamo cosa indossare al mattino.
Scegliere se mangiare un piatto di spaghetti allo scoglio o al pomodoro e basilico può sembrare una scelta semplicissima rispetto allo scegliere il la facoltà universitaria o che tipo di lavoro voler fare o il proprio partner o se restare o meno col proprio partner.
E’ chiaro che diamo maggior importanza ad alcune scelte piuttosto che ad altre, e questo per ovvi motivi. Un piatto di spaghetti non può cambiarci, migliorarci o peggiorarci la qualità di vita … un partner o un lavoro piuttosto che un altro sì.
Certe decisioni sono per loro natura importanti e spesso difficili da prendere. Fare però come “l’Asino di Buridano” è l’indecisione spinta all’estremo: scegliere, inconsapevolmente, di “non scegliere”.
Se questa “non scelta” è fatta consapevolmente anche questa si rivela “una scelta”.
ok, ora basta filosofeggiare, è arrivato il momento di salutare. Restate però “in campana” perché presto sviscererò “il dilemma dell’indecisione”