Lo scarabocchio è il filo d’Arianna per entrare nel nostro inconscio e ritrovare poi la via per tornare a casa.
Questa è l’immagine che mi è apparsa mentre cercavo un titolo che mostrasse che cos’è lo scarabocchio per me.
Le vie d’accesso all’ inconscio secondo me sono tante quante le persone alle quali appartiene, e la sua influenza nella nostra vita è tanta e varia quanto i personaggi che abitano ognuno di noi.
Ci sono tante metafore che rappresentano l’inconscio: un grande iceberg che rappresenta la nostra mente, di cui il 10% circa è la nostra parte cosciente e il restante 90%, sommerso, il nostro inconscio – oscuri e profondi Inferi personali, in cui vivono le nostre parti ombra e i nostri demoni e mostri interiori – un giardino incantato al cui centro c’è l’acqua della vita – una caverna da esplorare in cui sono celati i nostri tesori, ecc.
Tutte immagini valide, possibili portali d’accesso per entrare nella nostra parte più vasta e profonda, da sentieri diversi.
Coerente con il mio scarabocchio abituale, il cerchio che diventa spirale-la spirale che diventa cerchio, a me piace girarci intorno, e vedere questa immagina in maniera quadrimensionale, e visto che ci sono, sul mio taccuino, vado oltre le tre dimensioni, aggiungo un altro spessore, un’altra visione e, come farebbe Ouspensky immagino l’inconscio come un’isola fluttuante, un’Avalon eterna che vive in ciascuno di noi. La partenza è quindi su una bella spiaggia, su cui vive una bellissima fanciulla che fila, un’ Arianna dai lunghi e rossi capelli che dona un gomitolo di filo bello e resistente dei colori dell’arcobaleno a chi osa avventurarsi fin lì.
Noi possiamo prendere questo gomitolo di filo e iniziare quest’avventura oppure possiamo girare i tacchi e ritornare sui nostri passi.
Se decidiamo di varcare la soglia ci converrà iniziare a srotolare il filo prima d’entrare in labirinti e selve oscure.
Non sappiamo chi incontreremo nel percorso: forse delle fate o un vecchio saggio, forse una sirena, o un mostro, o forse un mago cattivo o una Baba Yaga che ci metterà alla prova. Entreremo nella grotta dei tesori e incontreremo aiuti inaspettati e ostacoli all’apparenza insormontabili… e poi, magicamente, come il cambio di una clessidra ci ritroveremo dall’altra parte: un giardino incantato pieno di vita e colori e profumi, e al centro, una fontana con l’acqua della vita. La strada per tornare a casa adesso sarà facile da trovare perchè abbiamo il nostro filo che ci ricondurrà dall’altra parte, velocemente e senza intoppi.
Questo filo può essere il nostro scarabocchio, il filo tracciato sulla carta, e magari anche su mobili e pareti quando eravamo piccoli e la nostra prima matita è stata la bacchetta magica che ci ha permesso di metterci in contatto con il mondo circostante.
Le pagine che seguono sono un invito a conoscere meglio questo filo, e magari, in punta di matita, iniziare a srotolarlo un pò.
questo articolo è stato tratto da: “Lo Scarabocchio: filo magico che ci unisce al nostro inconscio” di Barbara Boretti)
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