“Nel mese del Passaggio
nel difficile varco fra i mondi
l’augurio di custodire
mentre il buio avanca
la memoria della luce”
Rosa Carotti
Se Lughnasadh è l’inizio del raccolto e ne rappresenta l’aspetto sacrificale, il tema stagionale di Mabon è la fine del raccolto, il suo completamento, ma è anche il momento del secondo raccolto, dopo quello dei cereali, quello della frutta e dell’uva.
Dioniso, Dio della vita e dell’Ebbrezza, veniva festeggiato in questo periodo dell’anno.
Il processo che conduce alla fabbricazione del vino era, per i nostri antenati, così misterioso ed il prodotto finale così sacro, che ogni fase della raccolta dell’uva veniva accompagnata dai rituali.
Se il vino dominava i culti misterici mediterranei, nelle isole britanniche si celebrava lo Spirito del Grano che rinasce nel Whisky “l’acqua di vita” dei Celti.
I celti chiamavano l’equinozio autunnale con il nome di Mabon, il Giovane Dio della Vegetazione e dei Raccolti.
Il simbolismo di Mabon è legato all’equilibrio, in quanto le potenze della luce e dell’oscurità sono adesso bilanciate, notte e giorno sono uguali.
E’ il momento per celebrare la benedizione dell’anno.
La dea e’ matura e manifesta il suo generoso aspetto di madre.
Ma è anche oscurità che supera la luce; dall’equinozio autunnale, la forza del sole inizia a diminuire, fino al solstizio invernale, quando il sole inizia a crescere d’intensità e i giorni diventano nuovamente più lunghi delle notti.
Mabon è la prima delle Festività del semestre oscuro.

Al tempo dei Misteri Eleusini l’equinozio d’autunno era il momento della discesa di Persefone nell’Ade e del dolore di Demetra.
Era il periodo in cui si svolgevano i Grandi Misteri di Eleusi, basati sul simbolismo del grano.
Anche nel mito del Dio Mabon come in quello della Dea Persefone c’è la storia di un rapimento, l’evento ci riporta ad un profondo simbolismo iniziatico.
Storia di Mabon
Mabon era un grande cacciatore con un agile cavallo e uno splendido cane da caccia. Probabilmente è la mitologizzazione di un grande condottiero del tempo. Il suo culto era diffuso in tutta la Britannia settentrionale, e, secondo la leggenda, fu rapito alla madre tre giorni dopo la nascita. Visse poi ad Annwn finché venne salvato da Culhwch. A causa del suo soggiorno ad Annwn, Mabon rimase giovane per sempre. Mabon in seguito assistette Culhwch nella sua ricerca di Olwen.
Altre leggende lo vogliono invece salvato da Re Artù, altre da tre animali: un gufo, un’aquila e un salmone.
Nel magico mondo di Modron (il suo grembo) comunque si narra che fu un prigioniero felice.
Ha il potere di far fiorire e sviluppare -ciò che dipende per la propria crescita dalla sua luce solare (in senso naturale e spirituale). Le sue caratteristiche e le sue funzioni sono del tutto analoghe e sincronizzate con quelle di Apollo.

Ecco cosa ne scrive la più grande studiosa gallese di storia antica celtica:
Nel Racconto di Culhwch e Olwen, come è narrato nel Libro Rosso di Hergest, Mabon è il figlio di Modron. Invero i loro nomi significano solamente “figlio” e “Madre”. Mabon è sottratto a Modron la terza notte della sua nascita e di lui non si sa più nulla fino a quando viene ritrovato in una prigione da Culech e Artù, che erano andati alla sua ricerca.La fortezza può essere raggiunta soltanto per via d’acqua; al momento della sua liberazione Mabon è la più vecchia creatura vivente. In questo racconto mitologico gallese Mabon, poi, ha il ruolo di cacciatore: egli insegue il magico cinghiale TwechTrwyth, recuperando dalle sue orecchie il rasoio e il pettine necessari a Culhweh per porre fine alla sua lunga ricerca.
Vi sono molti punti di grande interesse per quel che riguarda la natura di Mabon: innanzitutto il nome del padre non è mai menzionato: egli è il “Figlio della Madre”, e la stessa Modron potrebbe quindi essere vista come un’antica Dea-madre.
Un altro aspetto da tenere presente è il possibile legame con altre storie: il rapimento di Mabon a tre giorni di vita richiama da vicino il ratto di Pryderi da Rhiannon narrato nel Primo Ramo del Mabinogi. Mabon e Pryderi sono forse la stesssa persona?
E’ anche possibile collegare il personaggio di Mabon, il Giovane Divino, a quello dell’irlandese Oengus, figlio di Boann e del Dagda.
Il terzo punto da sottolineare è che il Mabon della letteratura gallese è quasi certamente identificabile con il Dio Maponus, venerato nella Britannia settentrionale e a Chamalieres, nella Gallia centrale.
Aggiunge poi la Green, su Maponus:
Maponus, equiparato all’Apollo celtico, Maponus (“Giovane Divino” o “Figlio Divino”) era oggetto di culto nella Britannia settentrionale in epoca romana. A Chesterholm (l’antica Vidolana), fu trovata una singolare placca d’argento a forma di mezzaluna recante l’iscrizine “DeoMapono”. Su alcune dediche il nome del Dio è collegato a quello di Apollo, ad esempio a Corbridge. La Cosmografia dell’Anonimo Ravennate menziona un “locus Maponi” che poteva essere nel Dumfries o nel Galloway, nel sud della Scozia. Le dediche implicano che Maponus fosse probabilmente asociato con la musica e la poesia: su un altare a Hexham la sua identità si fonde con quella dell’Apollo citaredo. Su una dedica a Rochester, invece, Maponus compare su una pietra accanto ad una Dea cacciatrice. Maponus può essere convincentemente collegato a Mabon, il Giovane Divino del Racconto di Culhwch e Owen, nel quale questi è presente in veste di cacciatore.
Si noti che il culto di Maponus non era limitato unicamente alla Britannia; il dio era venerato a Bourbonne-les-baines, mentre a Chamaliers (Puy de Dome) era invocato su una defixio, una tavoletta di piombo con incisa una maledizione.e riguardo Modron scrive:
il nome Modron significa Madre divina, ed ella compare forse su una pietra d’epoca romano-celtica proveniente da Ribchester, nella Britannia settentrionale, dedicata a Maponus (Mabon) e raffigurante le immagini di due divinità femminili
(Miranda Jane GREEN, Dizionario di mitologia celtica, Rusconi editore, 1998
Altre informazioni
Mabon viene speso interpretato spesso come il sole del mattino prigioniero della notte, che i Celti intendevano già come rappresentazione della giovane forza divina, benevola, bloccata dalle circostanze sfavorevoli, che era necessaria per liberarsi.
(Sylvia e Paul F. Botheroyd Mitologia Celtica – Lessico sui Miti, Dèi ed Eroi, Keltia)
Un documento dell’abbazia di Savigny(dipartimento del Rodano) del IX secolo cita una sorgente di Maponus; un attore di BourbounneslesBaines – forse in onore di Apollo – ed un vasaio di Glanum portavano il nome del Dio.
Nel 1968 a Clermond Ferrand venne alla luce una lavagnetta di piombo scritta coerentemente in gallico con uno dei testi più lunghi: un’invocazione al “divino Maponus degli Arverni, l’eterno giovane …”, che forse era in relazione .con le rivolte galliche del 68 d.C.
Sei epigrafi nell’Inghilterra del Nord nella maggior parte dei casi sono note come la relazione “Apollo-Maponus”. I villaggi di Lochmaben e di Maporiton così come il Clochmabenstane, un pilastro di megalite a sud di Gretna, tutti e tre nella contea di Dumfriesshire, testimoniano la presenza del culto di Maponus anche in Scozia. E’ da supporre che nomini la pietra che da secoli serviva come punto centrale di raduno: è quel Locus Maponi citato nella “CosmographiaRavennae” del VII secolo.
(Sylvia e Paul F. Botheroyd Mitologia Celtica – Lessico sui Miti, Dèi ed Eroi, Keltia)

La tradizione druidica di AlbanElfed
In molti circoli druidici contemporanei, l’equinozio autunnale viene chiamato AlbanElfed (Autunno) o Elued (“luce dell’acqua” in gaelico), infatti l’acqua raffigura l’oceano cosmico in cui si immerge il sole nella parte calante dell’anno. Gli antichi concepivano la terra come galleggiante nell’acqua.
Come Mabon rappresenta la seconda festività del raccolto, segnando per parte sua la fine della mietitura, così come Lughnasad ne aveva segnato l’inizio.
Alban Elued rappresenta un momento di riflessione e contemplazione, di ringraziamento per i frutti della terra e per le esperienze maturate nel corso dell’anno.
Tempo di raccolto e di doni, momento d’accettazione di tutto ciò che abbiamo e di ciò che ci manca, un momento di riflessione su ciò che abbiamo realizzato.
Qui si iniziano a tirare le somme, di cio’ che si e’ seminato e di cio’ che si e’ e si sta raccogliendo.
È forte l’elemento Acqua, il flusso e riflusso delle maree, mentre cerchiamo di capire i misteri dell’equilibrio.
È il momento per scambiarsi doni di abbondanza e forza.
Mabon – Persefone
La luce di Mabon è stata portata nel mondo, raccogliendo la forza e la saggezza, in maniera tale da trasformarsi in un nuovo seme.
In questo senso, Mabon è la controparte maschile di Persefone, nonchè il principio maschile fertilizzante. Modron invece corrisponde a Demetra.
La Dea delle stagioni raggiunge il tempo della vecchiaia, così come la notte inizia ad allungarsi e i giorni ad accorciarsi ancora una volta. Sentiamo la sua presa, la freschezza dell’aria, la lucentezza della luna. Demetra rende sua figlia al mondo sotteraneo.
Persefone è discesa nella terra di Ecate e dei morti, e Demetra disperata arresta ogni crescita fino al suo ritorno.
Nei tempi antichi, la storia veniva raccontata come, Persefone che ogni anno andava nel mondo dei morti per imparare dalla Dea degli Incroci, Ecate, che poteva vedere passato, presente e futuro. Fino a quando le Dee furono sposate con gli Dei della guerra/caccia, e la storia cambiò, Persefone fu rapita e violentata da Ade.
Come Persefone deve separarsi dal mondo e da sua madre per ottenere gli insegnamenti di Ecate, così ognuno di noi deve affrontare il mistero nelle nostre vite. E’ il momento in cui la Dea deve salutare il suo Consorte. La separazione tra madre e figlia, e quella tra innamorati è il tema dominante di questo momento

Tempo di equilibrio
Mabon è il giorno che si trova a metà fra i due solstizi; è un tempo di equilibrio, quando luce e buio sono uguali e astronomicamente dà inizio all’autunno.
È celebrato alla fine del periodo più faticoso dell’anno in cui viene effettuato il secondo raccolto.
Il ciclo produttivo e riproduttivo è concluso, le foglie cominciano ad ingiallire e gli animali iniziano a fare provviste in previsione dell’arrivo dei mesi freddi.
E’ il tempo per la fabbricazione del vino, dalla raccolta delle uve alla pigiatura e sino alla sua chiusura nel buio delle botti.
Il processo della fermentazione delle uve avveniva con procedure che un tempo venivano accompagnate da rituali ben specifici ed era visto come simbolo della trasformazione spirituale che ha luogo durante le iniziazioni e i riti misterici, nel buio dei santuari sotterranei.
Generalmente inizia il periodo della caccia. Molte specie migratorie – come le rondini – avviano il loro lungo viaggio verso sud.
Il cigno è l’uccello dell’Equinozio in quanto simbolo dell’immortalità dell’anima e guida dei morti nell’aldilà.
Il periodo dell’equinozio d’autunno veniva chiamato anche Michaelmas o Michael Supremo, il giorno dedicato all’arcangelo di fuoco e di luce alter-ego di Lucifero.

Celebrare Mabon
Mabon è considerato tempo dei misteri, va vista come una festa iniziatica, rivolta alla ricerca di un nuovo livello di consapevolezza.
E’ tempo di volgersi all’interiorità: nella parte declinante della Ruota dell’Anno si viaggia dentro noi stessi, entriamo nel tempo del buio per riflettere sui misteri della trasformazione attraverso la morte.
La festività è una festa di ringraziamento per i frutti della terra e sottolinea la necessità di dividerli con gli altri per assicurarsi la benedizione del Dio e della Dea durante i mesi invernali.
E’ il momento per celebrare le divinita’ antiche e gli spiriti del mondo.
Le divinità vengono ringraziate per i loro doni, auspicando il futuro ritorno dell’abbondanza per gli anni successivi, ricordandoci di lasciare una parte del nostro banchetto per la Terra e le sue creature: tutto ciò che di commestibile abbiamo messo sulla tavola di Mabon per adornarla e ciò che è avanzato dal banchetto, verrà portato all’aperto ed offerto ad animali ed uccelli in segno ulteriore di ringraziamento verso la Grande Madre Terra che ci ha elargito i suoi doni.
Il tema è bilanciare le polarità, quindi il fare qualcosa a proposito dell’equilibrio della nostra vita. Gli elementi maschili e femminili della nostra personalità hanno bisogno di uguale rispetto ed espressione.
La notte di Mabon, quando le ore di luce e le ore di oscurità sono equivalenti, è una notte per onorare l’equilibrio della dea e del dio (magari invocando Persefone e Dioniso), l’armonia della materia e dello spirito, celebrando non solo la vita spirituale del mondo prossimo, ma anche la fisica di questo mondo.
È quando possiamo fermarci, rilassarci e apprezzare i frutti dei nostri personali raccolti.
La Dea appare in veste di Madre dell’Abbondanza, Madre della Terra e Regina del raccolto. Il Dio è visto come Mabon, il Padre del Cielo, Re del Grano e Signore del raccolto.
Il Signore e la Signora regnano sulle celebrazioni del ringraziamento che inizia al tramonto e perdura per tutta la notte.
In termini di percorso di vita, è il momento di raccogliere ciò che si è seminato, è il tempo di guardare alle speranze e alle aspirazioni di Imbolc e Ostara e riflettere su come si sono manifestate.
È un periodo per completare vecchi progetti, di sgombrare e lasciare quello che non è più voluto o necessario mentre ci prepariamo alla discesa, al periodo dell’anno di riposo e riflessione, in cui è bene esplorare la propria interiorità.
E’ anche tempo di piantare semi di nuove idee e speranze che giacciono dormienti ma nutriti nell’oscurità, fino al ritorno della primavera.
Sono molto indicati in questo periodo gli esercizi di rilassamento e di meditazione.
Se ne avete la possibilità, concedetevi una breve vacanza con l’esclusivo scopo di riposare.
L’equinozio d’autunno è il periodo ideale per passeggiate ed escursioni in campagna e in collina, per salutare la Natura che si prepara al suo riposo invernale.