“Nella società delle immagini il colore informa come nelle mappe. Seduce, come in pubblicità. Narra, come al cinema. Gerarchizza, come nelle previsioni del tempo. Organizza, come nell’infografica. Valorizza, come nei cosmetici. Distingue, come negli alimenti. Oppone, come nella segnaletica stradale. Si mostra, come nei campionari. Nasconde, come nelle tute mimetiche. Si ammira, come nelle opere d’arte…”
Riccardo Falcinelli
I colori fanno parte di un mondo “terzo”, che unisce quello esteriore e quello interiore.
Questo è il primo di 7 articoli che ho scritto sui colori. Sì, proprio 7 come i colori dell’arcobaleno.
Lo potrei definire come un piccolo “abc” sul colore, un ponte che porta verso questo meraviglioso mondo.
L’ABC dei colori
I colori principalmente si distinguono in:
. Primari: rosso, giallo e blu
. Secondari: verde, arancione e viola.
I colori secondari si ottengono mischiando i colori primari. Mischiando giallo e blu si ottiene il verde; col rosso e il giallo si ottiene l’arancione; con il blu e il rosso si ottiene il viola.
. Caldi: rosso, arancione e giallo
. Freddi: blu, verde e viola
I 7 colori dell’arcobaleno sono, in quest’ordine: rosso, arancione, giallo, verde, blu, indaco e violetto

Come si definisce un colore
Per definire un colore nelle sue varie gradazioni, tonalità e intensità spesso si ricorre a nomi di oggetti, animali, fiori, ecc.
Per esempio: giallo canarino, verde prato, color ciclamino, mattone, nocciola, fragola, ecc. oppure gli vengono “affibbiati” degli attributi come, per esempio: rosso fuoco, verde bottiglia, verde smeraldo, verde oliva, grigio perla, ecc. O ancora, si associano i nomi di due colori per definire delle tonalità intermedie, come per esempio, grigio verde, rosso bruno, verde azzurro, ecc. Infine, i colori possono avere anche altri riferimenti riferiti a luoghi, come per esempio Blu di Prussia, Giallo di Napoli, Terra di Siena, ecc.
Altri attributi che vengono dati ai colori sono: chiaro, scuro, vivace, smorto, acceso, spento, pallido, carico, scarico, ricco, povero, stabile, “che regge” o “non regge”, smagliante, luminoso, opaco, trasparente, saturo; ad acqua, ad olio, a tempera, ecc.
Le proprietà fisiche
· tonalità: è la quantità di luce presente nei singoli colori e dipende dal grado di assorbimento della luce da parte della retina.
· intensità o cromaticità: può essere intesa come brillantezza o opacità del colore, che varia dal chiaro allo scuro, dal brillante al tenue.
· gradazione: è il grado di luminosità di un colore.
· vivacità: è una qualità termica, secondo la quale il rosso, l’arancione e il giallo sono considerati “caldi” mentre i blu, il verde e il viola sono considerati “freddi”.
· durezza: è una qualità tattile che fa considerare ‘duri’ il rosso, il bianco e il giallo e ‘morbidi’ il blu e il nero.
· tonalità affettiva: esistono colori che producono in noi piacere o avversione, che suscitano stati d’animo particolari.
· forza: è la capacità di un colore di risaltare (per esempio il bianco e nero).
· area: le superfici verdi o blu sembrano più ampie di quelle rosse o gialle.
· localizzazione: il rosso e il giallo sembrano più vicini, il blu e il verde più lontani.
· trasparenza: è la capacità di rivelare o di occultare ciò che sta dietro al colore stesso.
· brillantezza: è prodotta da riflesso della luce sulla superficie dell’oggetto

Il Colore nei tempi antichi
Tutte le civiltà umane hanno fatto uso del colore come protagonista o completamento essenziale della creazione artistica. Nell’antichità le sculture erano colorate, così come molte parti architettoniche.
Al colore veniva associata comunemente l’idea stessa di bellezza, e gli veniva attribuita una sorta di forza magica, un potere quasi sovrannaturale.
I primi colori conosciuti e utilizzati sono stati il rosso (associato al sangue, alle ferite), il giallo (associato alla luce solare), il verde (associato alla vegetazione)
Già l’uomo primitivo conosceva la potenza espressiva del colore e se ne avvaleva attraverso l’uso di terre colorate e carbone, con cui rappresentava scene di caccia nelle caverne.
Gli antichi Greci nutrivano un grande interesse nei confronti della luce e dei colori. Per i filosofi presocratici, l’universo si riassumeva in quattro colori, che rappresentavano i suoi quattro elementi costitutivi: il nero, (terra); il verde (l’acqua); il rosso (fuoco); il bianco (l’aria).
Il Colore descritto
Filosofi, letterati, studiosi e artisti di tutti i tempi hanno fatto descrizioni dei colori estremamente interessanti.
Rousseau considerava i colori come una forma di linguaggio dell’ “anima universale”, come una chiave in grado di aprire la porta di misteri antichi, che possono portare alla comprensione dell’universo.
J.W Goethe definiva il verde come un colore statico ed equilibrato, dove ‘occhio e animo riposano su questo composto come se si trattasse di qualcosa di semplice’. Il blu è invece ‘un nulla eccitante, una contraddizione, composta di eccitazione e di pace’. Il giallo è il ‘colore più prossimo alla luce. L’occhio ne viene allietato, l’animo di rasserena: un immediato calore ci prende’.
Come sintesi di rosso e blu invece, il viola veniva visto da Goethe come integrazione degli opposti e delle ambivalenze, mentre il marrone è un colore che si connette alla terra e al carattere ancestrale femminile e materno.
Per approfondire consiglio la lettura della sua “ Teoria del Colore”
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W. Kandinsky, ad esempio, definiva il rosso come un colore ‘vivo, acceso, inquieto’, il cui significato simbolico si connette fondamentalmente con il tema dell’energia vitale.
Il verde, scrive Kandinsky, ‘non si muove in alcuna direzione e non ha alcuna nota di gioia, di tristezza di passione, non desidera nulla, non aspira a nulla.
E’ un elemento immobile, soddisfatto di sé, limitato in tutte le direzioni’.
Il grigio è ‘immobilità desolata’.
Il nero è ‘qualcosa di spento come un rogo combusto fino in fondo, qualcosa di inerte come un cadavere che è insensibile a tutto ciò che gli accade intorno e che lascia che tutto vada per il suo verso’.
Il bianco è la fusione di tutti i colori dello spettro, in quanto non contiene alcuna dominanza che lo faccia propendere verso qualche colorazione; il bianco è simbolo della purezza, quindi dell’innocenza e della castità. Kandinsky lo definisce come un ‘silenzio che non è morto, bensì ricco di possibilità, è un nulla giovane, o, più esattamente, un nulla anteriore al principio, alla nascita. Così risuonava forse la terra nei bianchi periodi dell’era glaciale’.
Per approfondire consiglio la lettura dei suoi “Colori e musica” e “ La grammatica visiva del colore, della linea, della forma”, oltre all’immenso “Lo spirituale nell’arte”
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Jung ed altri psicologi, che sui colori hanno costruito dei test diagnostici della personalità.
Jung era molto interessato alle proprietà e ai significati dei colori, oltre al potenziale dell’arte come strumento per la psicoterapia.
I suoi studi e scritti sul simbolismo del colore coprono una vasta gamma di argomenti, dai mandala alle opere di Picasso alla sovranità quasi universale del colore dell’oro, l’ultimo dei quali, secondo Charles A. Riley II, “esprime .. l’apice della spiritualità e dell’intuizione “.
Nel proseguire i suoi studi sull’uso del colore e sugli effetti attraverso culture e periodi di tempo, egli studiò anche l’alchimia per approfondire la sua conoscenza del linguaggio segreto del colore, trovando la chiave della sua ricerca nella trasmutazione alchemica.
C.G. Jung associò i colori anche ai tipi psicologici umani, a partire dagli atteggiamenti, di introversione o di estroversione e dalla loro combinazione con la funzione dominante.
Jung pensava a quattro funzioni dominanti: pensiero, sentimento, sensazione, intuizione. Nell’ambito delle funzioni, il pensiero e il sentimento sono ‘razionali’, in quanto procedono per valutazioni, di ordine mentale e affettivo, mentre la sensazione e l’intuizione procedono per ‘percezioni’, riferentisi a ciò che l’immediatamente presente lascia presagire.
Le funzioni dominanti sono così espresse da colori:
. l’azzurro, colore del cielo, è associato al pensiero,
. il rosso, il colore del sangue e della passione, è associato al sentimento;
. il giallo, colore della luce, dell’oro, all’intuizione;
. il verde il colore della natura e della crescita alla sensazione.
Jung avanzò l’ipotesi che la preferenza individuale per determinati colori abbia corrispondenze con la funzione che caratterizza il proprio tipo psicologico.
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M. Lüscher, creatore dell’omonimo test psicologico, scrive che il grigio ‘si distingue per le negazioni. Non è colorato, né chiaro, né scuro. Il grigio è il nulla di tutto, la sua particolarità è la sua neutralità più completa’.
Il nero è dato dall’asssenza totale di luce, è perciò connesso all’oscurità, al mondo delle ombre, alla morte.
Lüscher ha creato un test diagnostico, tutt’ora molto usato in psicologia. Nel test dei colori di Lüscher sono presenti 7 tavole di colori, contenenti 23 tonalita’ differenti di colori, di fronte alle quali bisogna esprimere preferenze e rifiuti. Sceglieremo o rifiuteremo un colore in base al nostro stato psicofisiologico:
– se il colore e’ in sintonia con il nostro stato psicofisiologico diremo che ci piace,
– se invece e’ in discordanza, diremo che non ci piace.
Quindi, in base alle preferenze e ai rifiuti, è possibile dedurre lo stato psichico e fisiologico della persona. (Vedi esempio di caso clinico).
Le combinazioni con cui i colori possono essere scelti sono numerosissime ed è dall’analisi delle varie inter-relazioni che emerge l’individualità’ e l’unicità’ del soggetto.
– una parte di questo testo è stato tratto da un articolo della dott.ssa Giuliana Proietti –
I colori nell’arte
Il fenomeno dei colori ha da sempre affascinato l’uomo e fin dalla preistoria ne è stato fatto uso per comunicare e trasmettere le migliori tonalità cromatiche.
All’inizio vennero sfruttati e imitati gli elementi presenti in natura: terre (ocra rossa, terra di Siena bruciata, ecc.), pietre dure (blu di lapislazzuli; giada, ecc.), piccoli animali (per esempio il carminio dalla coccinella).
In seguito molti colori furono sintetizzati in laboratorio.
Per esempio, come ci riporta Ball, il blu di Prussia, uno dei più antichi colori sintetici, elaborato intorno al 1706 dal chimico prussiano, da cui il nome di Prussia, Johann Jacob Diesbbach attraverso l’ossidazione di sali di ferrocianite e che fu inizialmente utilizzato per tingere le stoffe e successivamente usato in pittura. Nel giro di pochi anni questo colore si diffuse prima in Europa e poi a livello internazionale anche perché poco costoso e poco tossico.
Alcuni pittori hanno ideato nuove tonalità di colore ed oggi si mantiene il nome in loro onore, come nel caso del rosso Tiziano e del verde Veronese.
Nel campo della moda si ha l’esempio esemplificativo del rosso Valentino ideato dall’omonimo stilista che è una miscela tra il rosso cadmio, porpora e carminio ed è proprio questa particolare sfumatura di rosso che gli ha dato una fama internazionale. Una leggenda narra che l’ispirazione che ha portato lo stilista a questa predilezione risalga a quando in giovane età sia stato abbagliato dal rosso mentre era al teatro dell’opera di Barcellona ed il ricordo di quei personaggi sul palcoscenico vestiti di color vermiglio gli fece capire i valori intrinsechi di quel colore tanto intenso che lo ha condotto poi ad elaborarne una variante che ora lo identifica.
L’intento degli artisti di tutte le epoche, seppur in maniera diversificata, è “suscitare emozioni” e per raggiungere questo obiettivo hanno utilizzato anche l’impatto che il colore ha sullo spettatore.
Per saperne di più sul significato dei colori rapportato alle emozioni clicca qui
Gli studi sul colore
- Cromologia o “Psicologia del colore”
Il termine “cromologia” è originato da “cromo” [dal gr. khrō̂ma “colore”] e “logia “, utilizzato, nella lingua italiana, per indicare il “ragionamento” o lo “studio” di una certa materia, sia essa scientifica, artistica, umanistica o quant’altro. Ha origini antiche e un campo di applicazione molto vasto.
Dopo che è stato scoperto che ogni tinta innesca uno stimolo diverso nel cervello umano, questo studio specifico è stato “ribattezzato” psicologia del colore in quanto studia gli effetti che i diversi colori hanno sulla psiche umana.
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- Cromoterapia
Per la cromoterapia ogni colore ha un effetto benefico nella cura di alcune malattie o dolori del corpo, disturbi mentali ed emotivi. Mediante varie tipologie di applicazione il colore tratta disturbi di varia natura: fisici, psicologici, psicosomatici e comportamentali.
E’ un metodo terapeutico usato fin dall’antichità, che usa i colori come terapia (infatti è anche chiamata terapia del colore) per ripristinare l’equilibrio perduto.
Applicazioni cromatiche sono stati rilevati sulla cosiddetta “Mummia del Similaun”, e scoperti nelle pubblicazioni dettagliate di Santa Ildegarda di Bingen
In seguito la cromoterapia è stata studiata scientificamente e realizzata con mezzi moderni tra il XIX e il XX secolo, a partire dal medico italiano Antonino Sciasciae dal premio Nobel danese Niels Finsen (con il nome di fototerapia), per giungere alla cromopuntura del medico tedesco Peter Mandel, nostro contemporaneo.
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- Armocromia
E’ l’analisi e lo studio dei colori della persona.
Per questa disciplina solo alcuni colori possono essere nostri “amici” altri invece, “ci remano contro”.
Nata agli inizi degli anni 80 negli States, grazie al volume Color me beautiful di Carole Jackson, si è arricchita e sempre più strutturata negli anni.
In Italia, ne abbiamo imparato i segreti grazie a Rossella Migliaccio, una delle consulenti d’immagine più famose.
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Il colore come metafora
La parola colore è usata anche figurativamente in vari contesti e modi di dire, come per esempio:
- “Dare colore” a un progetto … significa vivacizzarlo, vitalizzarlo
- è “senza colore” … a indicare che un oggetto o una persona sono sbiaditi, privi di forza, di personalità
- Diventare di tutti i colori/di mille colori… esprime imbarazzo
- “Farne di tutti i colori” … esprime spesso le marachelle di un bambino
- “Fare o avere colore” … nel poker indica avere cinque carte dello stesso seme.
- Il “Colore locale” … fa riferimento a caratteristiche pittoresche e folcloristiche di un luogo
- Una narrazione priva di colore … è senza vivacità
- Una voce priva di colore è una voce monotona
- ecc.
Con i colori si designano anche persone appartenenti ad una stessa razza: i bianchi, le persone di colore o neri, i gialli, i pellerossa
E ora … Quanta voglia hai di immergerti nel colore?
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